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Lo slancio nazionale dell’Arte nata all’ombra del Vesuvio – Ciro Tuzzi e gli EPO

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NAPOLI – Per raccontare la musica partenopea contemporanea basterebbe riassumere tutta la sensibilità e la poesia percepita attraverso le corde del cantautore napoletano Ciro Tuzzi, della band Epo.

Formatosi nel 2000, il gruppo musicale ha pubblicato ad oggi tre album e si appresta, nelle prossime settimane, ad esordire con il quarto lavoro discografico.

Ma la carriera e la passione musicale di Ciro cominciano molto prima. Da adolescente, come un po’ tutti, scopre la chitarra. Ma col crescere quella passione, di per sé comune, si trasforma in un qualcosa di unico e intimista: lo strumento gli fa scoprire la sua voce e la sua voce gli permette di far capire quello che ha dentro.

Perché i testi di Ciro affondano le proprie radici in una poetica che cerca di cogliere tutti i punti dell’anima.

Ed è così che negli anni ’90 si lancia nel mondo della musica con la sua prima band, gli “Act!”. Dalle ceneri degli Act nacquero poi i “Core”, band di grunge napoletano, per poi creare il suo gruppo di successo, gli Epo.

Nata insieme al tastierista e produttore Mario Conte, la band riesce in poco tempo a sperimentare stili differenti, non perdendo però mai di vista quella chiave di lettura che li ha resi riconoscibili.

Con una formazione che varia nel corso degli anni, pubblicano prima ‘Il mattino ha l’oro in bocca’ nel 2002, seguito da ‘Silenzio Assenso’ nel 2007 e infine, nel 2012 ‘Ogni cosa è al suo posto’.

A breve sarà presentato il loro prossimo lavoro, che, ancor prima di uscire, già ha avuto modo di ricevere premi e consensi, grazie al brano ‘Dalla parte del torto’, con cui quest’estate si sono aggiudicati il premio ‘Ugo Calise’.

“Dalla parte del torto – racconta l’artista – è una riflessione su quando preferiamo fare scelte che ci rendono meno felici, solo per non dare eccessivi scossoni alla nostra vita”.

Ma i temi dell’album, che si chiamerà ‘Serpenti EP’, propongono questa e altre riflessioni, accomunate tutte da quella che è la perdita d’identità della società contemporanea.

“Su più livelli cerchiamo di raccontare quelle che sono le dinamiche di società attuali – continua il cantautore – che, con l’avvento dei social media, hanno fatto della rappresentazione di quello che siamo una cosa più importante di quello che siamo realmente”.

Ma nonostante i grandi successi individuali, Ciro e gli Epo non perdono di vista l’enorme crescita artistica che caratterizza Napoli negli ultimi anni.

Anche loro, infatti, fanno parte del collettivo Be Quiet, che ormai scandisce il ritmo dell’arte in città.

“Napoli ha sempre avuto un substrato creativo attivo – conclude il musicista – ma raramente è stata capace di portare alla ribalta nazionale la sua scena musicale. Con il Be Quiet, anche questo sarà possibile, con artisti che, seppur differenti tra loro, daranno uno slancio all’arte che si fa all’ombra del Vesuvio”.

 

(Testo estratto dal quotidiano “Cronache di Napoli” –

a cura di Luca Lanzano)

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