Un nuovo modo di ascoltare. A Napoli.

Saltellando me ne vo per l'aere…

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Ci sono delle persone per cui la musica è una costante, suonata, ascoltata, scritta…non importa, lei è lì, a ferire e guarire, e a non farci sentire mai soli. Per altre persone è un po’ diverso, per loro la musica è una sovrastruttura, la cornice che circoscrive, contiene e non è mai contenuta. Un filo conduttore che gioca a disegnare i contorni di tutto ciò che sono o che potrebbero essere stati.

Ho conosciuto Luciano come gestore del Cellar Theory, che non solo è stata la prima casa del Be Quiet, ma che è da sempre un punto di riferimento fondamentale per i musicisti ed i cultori di buona musica, per quanti pensano che essa sia ascolto e sperimentazione. Pochi mesi fa, poi, l’ho ascoltato al Piccolo Bellini, in occasione del Be Quiet.

Avete presente Rob in Alta Fedeltà? Ecco, mi ha fatto pensare a lui, leggero, ironico narratore di un universo in cui tra la vita e la musica non sono tracciati confini.

Luciano è nato a Napoli nel 1958, il suo percorso è inizialmente legato alla musica classica e a quella popolare; ha composto brani per vari spettacoli teatrali ed alcune soundtracks strumentali per corti cinematografici.

Il suo è uno stile ironico, un po’ legato al filone nonsense del cabaret italiano degli anni ’70.

Strutture musicali d’altri tempi si sposano a tematiche attuali; spesso Luciano utilizza un linguaggio forbito per temi che sfiorano (o colpiscono in pieno) il grottesco, con risultati paradossali, contrasti che spiazzano e fanno sorridere. Giochi di parole e paradossi linguistici sono alla base dei pezzi che scrive e che è solito portare sul palco come punto di partenza e mai d’arrivo, un canovaccio su cui improvvisare. Non c’è confine tra musica e teatro, il pubblico se ne compiace, viene coinvolto e interagisce, suggerendo spesso estemporanee variazioni sul tema e diventando, di fatto, parte dello spettacolo stesso.

Quella del Be Quiet di gennaio, è stata la sua prima esibizione in pubblico dopo diversi anni, e il grande successo ottenuto, l’ilare coinvolgimento del pubblico ha fatto sì che il collettivo scegliesse di riproporlo dopo soli due mesi.

La musica continua a tessere le sue trame, e chissà che, in un futuro prossimo, le trame di Luciano non ci riservino delle sorprese.

Intanto, non perdetevelo il 29 febbraio al Piccolo Bellini.

Paola Varricchio

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