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Non è semplice stilare una breve biografia de I Pennelli di Vermeer. Originali sin dal nome scelto, dal 2003 hanno sempre percorso strade artistiche non facili ma grazie alle quali sono arrivati ad un pubblico crescente di volta in volta. Ha indubbiamente significato molto, per gli esordi, ritrovarsi, per meriti, in compilations come Napoli Sound System vol. 2, in compagnia di nomi come 24 Grana e Almamegretta, oppure finalisti al Festival Rock Targato Italia a Milano, all’Arezzo Wave Love Festival (in qualità di vincitori dell’Arezzo Wave-Campania) fino a vincere meritati premi come il Premio Siae o il Premio Giovani Suoni, fra i tanti raccolti.
Il progetto musicale dei Pennelli di Vermeer è una opening act continua fra il rock, il teatro e la canzone d’autore. Pasquale Sorrentino, il fondatore, autore musicista e voce della band, è innanzitutto un cantautore sensibile alle nuove tendenze, alla ricerca, al confronto. Ha il dono del saper riconoscere l’importanza dei percorsi, l’umiltà del saper attendere ma, artisticamente, ha ben chiari gli obiettivi da raggiungere e grazie ai quali crescere insieme ai compagni musicali. Con il b-side project “La Sacra Famiglia”, tragicommedia musicale in tre atti con 17 brani inediti, che vede la collaborazione al progetto delle cantanti-attrici Stefania Aprea, già voce nei brani “Nel Giardino di Belzebù” e “Luce” dell’album “La Primavera dei Sordi” (2008) e Valentina Bruno, hanno portato in scena una delle opere musicali più dignitose mai realizzate nel circuito partenopeo. La forte attività live ha fatto sì che potessero essere applauditi, meritatamente, in tutti i teatri italiani.
Alla terza prova su disco con Noianoir, hanno realizzato un concept album ricco di inventiva, nel quale un caso di omicidio diventa un tormentone mediatico raccontato attraverso quattordici abiti musicali, facendo emergere la noia di una società attratta più dal clamore mediatico che dalla grave ‘presenza’ di una vittima. Vi hanno suonato e cantato Pasquale Sorrentino, Stefania Aprea e Marco Sorrentino. Completano la band Pasquale Palomba alle chitarre; Raffaele Polimeno alle tastiere; Michele Matto al basso. Noianoir è un disco da ascoltare senza saltare traccia!
Qual è la prossima tela su cui si muoveranno I Pennelli di Vermeer? Pasquale: “Un felice ritorno alla forma canzone. Sto componendo nuovi brani, molto comunicativi, senza troppi ‘orpelli’: la ricerca musicale continua e va nutrita ma in questo momento ricco di proposte pseudo-alternative, penso sia la cosa migliore ricorrere alla forma canzone per far sì che una melodia, al di là del messaggio contenuto, possa rimanere nella testa di chi ascolta”.
E’ già prevista una data di uscita? P.: Forse a fine 2016. Nel frattempo c’è l’impegno gioioso di diventare papà visto che Stefania, la mia compagna, è in dolce attesa. E la stessa Stefania sarà protagonista di un progetto solista del quale curerò tutta la parte musicale. Il tutto dovrebbe essere pronto entro l’inizio dell’estate prossima.
Come vi siete ritrovati nel progetto ‘Be Quiet’? “Una serie di felici coincidenze. Abbiamo partecipato ad un disco-tributo dedicato a Cattaneo, rivisitando la sua folle Maria/Batman. Abbiamo deciso poi di partecipare al Festival della Canzone d’Autore ‘Ugo Calise’, dove, oltre ad un brano inedito, era richiesta anche una cover. In quell’occasione abbiamo conosciuto da vicino tutto il movimento Be Quiet e Giovanni Block, l’ideatore, ci ha chiesto di farne parte. Ne siamo felici perché è un happening continuo di sinergie e creatività musicali”.
Avete già scelto i brani da presentare nel live del 5 gennaio? “Di sicuro un paio di brani storici del nostro repertorio ma anche pezzi nuovi e composti da poco. Alcuni li stiamo presentando nei live acustici nei quali siamo attualmente impegnati ed il pubblico sta dimostrando di apprezzarli molto. Buon segno per i nuovi colori che la band ha deciso di dare al prossimo album”.
(Salvatore De Falco)
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